Prima i
proclama dei governi di
Emirati Arabi e
Arabia Saudita, poi la
risposta piccata di Mike Lazaridis, fondatore di RIM e il
blocco "di prova" del governo saudita.
Quest'ultima decisione deve aver sciolto i bollori di
RIM: la società canadese ha
acconsentito all'installazione di un server della rete BlackBerry araba a Riad. E tale server, all'occorrenza, sarà
accessibile dalle autorità saudite.
I dati non saranno monitorabili in tempo reale, tuttavia l'archivio di messaggi rimarrà a disposizione del governo. Magra consolazione per gli utenti BlackBerry. La società canadese, d'altronde, non poteva che cedere, vista anche la situazione in
Borsa.
E le
conseguenze della capitolazione di RIM non si sono fatte attendere: in Arabia, dopo la notizia, moltissimi utenti BlackBerry stanno tentando di
disfarsi del device e
le quotazioni dei celebri smartphone stanno colando a picco.
Assieme a RIM potrebbero poi rimetterci gli
operatori telefonici: gli utenti BlackBerry stimati in territorio saudita sono circa
750mila e i danni derivanti dagli ultimi eventi potrebbero ammontare fino a
2 milioni di dollari.
Ora che Il colosso ha ceduto alle pressioni, poi, tutti si aspettano che acconsenta alle varie richieste - o meglio ingiunzioni - che giungono da
altre nazioni, preoccupate dai risvolti sulla sicurezza nazione derivanti dall'uso dei BalckBerry: assieme all'Arabia ci sono
Emirati Arabi, Indonesia, India, Libano e Algeria.
Tutti vogliono la stessa cosa: avere accesso ai dati scambiati fra gli utenti, dati che al momento risiedono su server super protetti in Nord America.
Ma la situazione potrebbe cambiare presto.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
BitCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.